- Il Viaggio secondo il mio modesto punto di vista -

Si può viaggiare per tanti motivi, per infiniti interessi, per ampliare le proprie conoscenze, per ritrovare se stessi, per cercare un contatto diretto con la natura, con la gente, e per innumerevoli altri casi. Occorre però considerare, che nel tempo, anche le esigenze, ed il conseguente modo di viaggiare cambiano, così come la maniera stessa di concepire il viaggio, che rimane comunque sempre un qualcosa di diverso dalla semplice vacanza. Viaggiare in una meta che desidero davvero, significa per me iniziare a viaggiare mesi e mesi prima, anche con la pura fantasia. Significa sognarla e viverla attraverso le letture, la musica, la cucina, la storia, gli aspetti sociali e culturali del paese a cui mi interesso. A volte, per quanto mi riguarda, la preparazione ad un viaggio, sognare la mia meta, ambirla e desiderarla nel tempo, equivalgono in termini di entusiasmo al viaggio stesso (inteso fisicamente). Ecco quindi che il viaggio, si trasforma in un'esperienza spirituale, oltre che fisica, ed in una ricerca di nuove conoscenze, culture, natura, gente e quant'altro. Nel viaggio non cerco necessariamente il riposo, anzi, ho sempre amato i cosiddetti viaggi "itineranti", proprio perché mi piace muovermi all'interno di un determinato paese e di conseguenza, trovo una settimana troppo riduttiva per poterla considerare come un viaggio. La vacanza, invece, la intendo esclusivamente come uno "stacco" dal quotidiano, mirato a rigenerarmi fisicamente e mentalmente, un qualcosa di non intellettuale, ma prettamente fisico, come la classica settimana di sole e mare. Tornando al viaggio, ed al nostro mutare negli anni, bisogna dire che il tempo ci aiuta a maturare, a considerare cose in passato nemmeno sognavamo, a rivedere noi stessi e le nostre posizioni su un'infinità di casistiche, ma credo che un viaggiatore (o turista se preferite), debba mantenere inalterata negli anni la prerogativa fondamentale dell'elasticità mentale, che lo libera da schemi e preconcetti e gli fa in ogni caso rispettare soprattutto le popolazioni che visita, di cui, ricordiamolo, sarà sempre e soltanto un ospite. Non amo i viaggi organizzati in genere, ed in particolar modo i villaggi all-inclusive. La maggior parte dei miei viaggi è avvenuta acquistando il solo biglietto aereo dall'Italia e spesso si è trattato di viaggi abbastanza lunghi. Tuttavia, ritengo che un buon viaggiatore non sia colui che disprezza "a priori" un buon letto preferendogli un'amaca, o colui che predilige sorbirsi ore ed ore di autobus affollati, anziché prendere un altro mezzo più rapido, avendone soprattutto le possibilità, ma colui che li prova entrambi indifferentemente, a seconda delle situazioni. Si, ho scritto "a priori", proprio perché ho notato la tendenza di alcuni ad asserire "sono un vero viaggiatore" perché non ho mai dormito in comodi alberghi, ma sempre in sistemazioni ultraspartane, e poi, purtroppo contestualmente disprezzare le culture, la gente, e, cosa ancor più grave, anche le religioni, generalizzando, ed etichettando chi le professa. Ritengo che un viaggiatore debba essere sufficientemente aperto di mente, debba sapersi aprire verso gli usi e costumi altrui, debba avere in primis un grande rispetto per la gente dei paesi che visita, ancor prima di ammirarne le bellezze e le attrazioni naturalistiche e culturali. Un viaggiatore deve saper mutare il proprio viaggio (per questo amo i viaggi individuali), deve essere talmente elastico da dormire in una baracca quando le necessità lo richiedono, o in un buon albergo quando si ha voglia e possibilità economiche di farlo. Ritengo che, il passare da una notte trascorsa a dormire su un'amaca in riva al mare, ai lussi e comfort di una notte in una stanza con aria condizionata (o viceversa), sia un piacere unico in un viaggio. Un viaggio non può e non deve essere affrontato con barriere mentali (tipo m'interessano sole attrattive e la gente mi annoia, o viceversa), ma deve essere libero, soprattutto mentalmente. Per questo non mi sono mai permesso di giudicare i viaggi degli altri, o, avendo avuto la fortuna di aver spesso viaggiato a lungo raggio, di guardare i viaggi brevi di altre persone dall'alto in basso. Un viaggio deve essere soprattutto apertura e scoperta e le stesse debbono avvenire indipendentemente verso un paese, la sua gente, la sua cucina, le sue attrattive, i suoi monumenti, eccetera, senza vincoli mentali e pregiudiziali. La nuova tendenza in voga, che disdegno totalmente, è quella che non è tanto importante "come" viaggiare, ma “viaggiare”. A differenza del passato, ora sono in molti a viaggiare nel mondo, sia per un diffuso più alto tenore di vita, sia per la vendita di viaggi a basso costo, che alcuni anni fa erano vere e proprie chimere. E' chiaro che questo ha portato allo snaturamento stesso del turista/viaggiatore medio, il quale non *ambisce* al viaggio come credo molti di noi abbiano soventemente fatto, preparandolo a volte per anni, a causa magari di scarse possibilità economiche. Ne consegue che spesso, anche la preparazione del viaggio viene meno, in quanto per queste persone l'importante è viaggiare, per poi magari potersene vantare, ed a volte una meta vale l'altra, purché ci siano magari alcuni requisiti fondamentali quali bel mare, spiagge bianche, divertimento assicurato. Sono purtroppo convinto che si stia lentamente creando questo nuovo prototipo di futuri “viaggiatori”, dai quali consentitemelo, mi sento di prendere le distanze. Inoltre, sento sempre più spesso dire alla gente, che schiva determinate località, perché troppo turistiche, anche se magari sono loro stessi turisti alle prime armi. Oggigiorno c'è la tendenza a soggiornare sempre più in posti sperduti, ma di solito non per il desiderio (sicuramente comprensibile) di estraniarsi in qualche modo dal mondo, schivando la confusione, ma solo per poterlo raccontare. Noto che si stanno lentamente creando delle classifiche di viaggiatori, dove vieni acclamato se soventemente viaggi dall'altra parte del mondo e considerato un viaggiatore scarso, se magari non sei stato a più di una decina di ore di aereo. Spesso, mi è capitato di sentire gente che vorrebbe andare in questa o quella località, ma magari gli è stato detto dall'amico che sono troppo inflazionate turisticamente, ed allora è meglio lasciar perdere. Questi discorsi non li accetto nella maniera più assoluta, poiché ci sono posti che se ricevono migliaia di persone l'anno, è perché hanno delle attrattive naturalistiche o culturali tali da giustificare un determinato afflusso turistico, ed a volte basta allontanarsi un po’ dei tragitti convenzionali e dalle rotte più battute, per trovare dei posti di assoluto interesse. Tutt'altro discorso, riguarda invece quei posti edificati appositamente per i turisti, i quali sono spesso dei progetti costruiti a tavolino, mirati proprio a far confluire le masse. Sempre in tema, vorrei aggiungere che non credo sia possibile generalizzare sul miglior modo di viaggiare, tipo fai da te o meno, in quanto spesso dipende dalla circostanze, dai posti, dalle esigenze proprie del singolo viaggiatore. Sono stato per anni un cultore del fai da te, poiché le mete visitate mi consentivano di acquistare il solo biglietto aereo della durata di almeno un mese e partire con mia moglie senza tanti problemi. Lo ammetto, sono i viaggi che ricordo con maggior piacere, perché mi davano un senso di libertà assoluto. Considero unici i piaceri di cambiare itinerario sul posto a proprio piacimento, di fermarsi in una determinata località qualche notte in più rispetto a quelle preventivate, di conoscere casualmente della gente ed aggregarsi alla stessa, scoprendo dei luoghi di cui nemmeno immaginavi l'esistenza, la capacità di fronteggiare gli imprevisti, di sapersi adattare, l'alternanza del trascorrere una notte in una baracca infestata dagli insetti da pochi spiccioli, ad un moderno albergo dotato di tutti i comforts possibili. Occorre però dire che non tutte le mete si prestano propriamente al viaggio fai da te, in quanto a volte occorre tener conto anche della stagione in cui si viaggia e della scarsa ricettività alberghiera di alcuni posti. Questo, per asserire nuovamente che ritengo occorra essere elastici mentalmente, e non trincerarsi necessariamente dietro schematiche tipologie di viaggio, in quanto, ripeto, ogni viaggio presenta delle caratteristiche diverse, spesso legate proprio al paese che intendiamo visitare, ma anche noi stessi abbiamo esigenze diverse, che possono mutare con il trascorrere del tempo, ed ora che da qualche tempo mi trovo ad organizzare i viaggi con mia figlia piccola, posso asserire in tutta onestà che la situazione è variata per me di molto, rispetto al passato. Grande elasticità mentale dunque, ma soprattutto notevole rispetto per la gente, la sua cultura, le sue tradizioni, e moltissimo riguardo per i luoghi che visitiamo, ricordando sempre che ci troviamo in casa d'altri e che il mantenimento del nostro pianeta dipende da noi. A tale proposito, vorrei portare come esempio l'emblematica scritta che lessi anni fa su un isolotto beliziano: "Take only pictures, leave only footprints"

                                                                                               Benedetto Antonucci