Kanchanaburi e dintorni - Gennaio 2008





 

L'escursione sul Fiume Kwai ha comportato una buona esperienza, sebbene non posso reputarla in tutta sincerità particolarmente entusiasmante.

Kanchanaburi, capoluogo dell'omonima provincia mi è piaciuta.
Cittadina vibrante, che ha fatto della ricostruzione del famoso ponte la sua attrattiva principale, è frequentata da parecchi turisti, sia thailandesi che stranieri.

Vi si trovano infatti alloggi per tutte le tasche, nonché varie scelte per cenare.

A tal proposito consiglierei decisamente il mercato notturno ubicato nei pressi della stazione degli autobus, dove abbiamo gustato degli incredibili e superpiccanti kuaytiaw phat khii mao, oltre ad uno squisito riso al mango mai provato prima, mentre la zona spiccatamente più turistica e densa di negozietti, internet point, bar con karaoke e guest-houses si trova lungo Thanon Mae Nam kwai.  

Le attrattive da visitare in città e negli immediati dintorni sono molteplici, e tramite le varie agenzie locali è possibile organizzare diverse escursioni.

I posti da visitare in città e negli immediati dintorni, sono effettivamente numerose.

Tra i vari templi, quello a mio avviso più meritevole, ovvero il Wat Tham Khao Poon, il quale si trova una quindicina di chilometri fuori città, ed è rinomato per i corsi di meditazione, alcune belle grotte ricche di stalattiti e svariate statue di buddha.

Ovviamente in città si tende a dare molto risalto al conflitto bellico, con il ponte a recitare la parte dell’assoluto protagonista, ed i vari musei/cimiteri di guerra a completare il tutto. 

Sono rimasto particolarmente colpito da nutrite comitive thailandesi che partivano all'imbrunire a bordo di chiatte galleggianti sulle quali trascorrevano la notte, usandole come discoteche galleggianti.
Un modo un po' insolito per stare assieme e festeggiare qualcosa. 

Un’altra attrattiva degna di nota è il parco storico di Prasat Muang Singh, un avamposto Khmer del tredicesimo secolo, distante una quarantina di chilometri dalla città, mentre abbiamo evitato come la peste il Wat Luang Ta Bua (Tempio della Tigre) perché gli animali abbiamo sempre preferito vederli in libertà, nel loro habitat naturale.

Partendo da Kanchanaburi, abbiamo effettuato il tratto della cosiddetta “Ferrovia della morte” fino a Nam Tok, il quale offre a mio avviso le vedute migliori all'altezza di Tham Krasae, dove si trova tra l’altro una grotta scavata nella roccia affianco al ponte, dentro la quale troneggia una grossa statua di Buddha.

Il tragitto è gradevole, soprattutto in virtù del fatto che il treno si incunea in alcuni punti tra speroni di roccia alti una trentina di metri e percorre anche un ponte a traliccio di circa trecento metri, sfiorando sulla sinistra la parete rocciosa, con una sensazione di vuoto sulle destra, quando la veduta spazia sul sottostante Kwai Noi, tuttavia non mi sentirei in verità di definire tale tratto ferroviario come qualcosa di imperdibile, al pari delle vicine e piccole Sai Yok Noi.  

Lungo il River Kwai Noi ci sono varie possibilità di alloggio.
Noi abbiamo alloggiato al River Kwai Resotel buon complesso gestito dai Mon, raggiungibile unicamente in barca ed ubicato all'interno di un bel tratto di foresta lungo la riva sinistra del Kwai Noi.
Purtroppo la quiete in quei giorni è stata irrimediabilmente rotta da una nutrita comitiva di turisti russi, che hanno preso d'assalto il Resotel ed il Jungle Rafts, altro alloggio gestito dalla medesima compagnia
.


L'armata russa era sensibilmente rumorosa e presentava modi davvero poco eleganti di porsi, che stonavano decisamente nel contesto in cui ci trovavamo. La sera, sgomitando tra loro, prendevano d'assalto il buffet, stazionavano a bordo piscina e lungo la riva del Kwai fino a tardi, schiamazzando e consumando decine di bottiglie di superalcolici. Giornalmente nuotavano urlando in corrente dal Jungle Rafts al Resotel, colorando di arancione il fiume con i loro giubbotti salvagenti e rompendo indecorosamente il silenzio che si può respirare lungo il fiume.
Sventolavano fasci di dollari come se si trattasse di fazzoletti di carta e sembravano comprarsi tutto e tutti...
 

Dal Resotel siamo andati a piedi alla Tham Lawa, una gigantesca grotta lunga oltre cinquecento metri, ricca di stalattiti e popolata da centinaia di pipistrelli. Da qui, tramite long tail abbiamo quindi raggiunto il Parco Nazionale di Sai Yok , famoso per aver prestato il set naturale al film “Il Cacciatore”, presso il quale si trovano decine di zattere galleggianti dove dormire, a prezzi decisamente contenuti.
L'ambiente circostante è gradevole, e pranzare presso uno dei ristoranti galleggianti in questo punto può rappresentare una buona esperienza, tuttavia le Sai Yok Yai sono davvero delle piccole cascatelle, ed i percorsi all'interno del parco non sono granché affascinanti. Il percorso lungo il fiume in long tail da Nam Tok o dal Resotel fino alle stesse è carino, ma niente di eccezionale a mio avviso. Insomma, il panorama circostante è suggestivo, ma se si ha avuto la fortuna di addentrarsi lungo altri fiumi asiatici, tipo il Tembeling river che conduce all'interno del Taman Negara nella Malaysia peninsulare oppure lungo il Kinabatangan nel Sabah, il River Kwai diventa davvero nulla al suo confronto.

Decisamente diverso a mio avviso l'Erawan National Park, la cui bellezza è indiscutibile, e mi ha anche particolarmente colpito il sistema adottato dai rangers per salvaguardarlo, dove lungo il sentiero che conduce al settimo livello delle spettacolari cascate, al terzo livello si viene perquisiti e viene confiscato ogni genere di cibarie varie (da riprendere al ritorno). Vengono inoltre appositamente segnate eventuali bottiglie o lattine che ci si porta dietro, ed al ritorno dal percorso vige l'obbligo tassativo di riportare i vuoti o le bottiglie/lattine piene, che vengono riscontrate una ad una. Chi trasgredisce si becca una salatissima multa. Consiglio davvero a tutti di trascorrere una giornata all'Erawan, dormendo a Kanchaburi, oppure addirittura facendo un'escursione giornaliera da Bangkok, la quale dista dal posto tre ore circa. Straconsigliato, inoltre, il pranzo presso uno dei minuscoli ristoranti presenti.

Per una mera questione di tempo non abbiamo visitato l’Helfire Pass, altra rinomata attrattiva della zona, al pari di altri parchi nazionali sicuramente meritevoli di una visita, quali quello di Si Nakharin e di Khao Laem.

Concludendo, direi che non è male a mio avviso trascorrere qualche giorno sul Kwai, dove ci sono belle attrattive naturalistiche a breve distanza da Bangkok, ma con il senno di poi farei base a Kanchanaburi da cui mi muoverei giornalmente, piuttosto che a Sai Yok, dove in sostanza la sera si è pressoché isolati, anche qualora si scegliesse di dormire a Nam Tok, dove c'è comunque qualche piccola alternativa per la cena.